Storia Self Defence

STORIA DELLA SELF DEFENCE

La storia delle Arti Marziali si perde nella notte dei tempi. 

Da sempre nell’uomo è insito l’istinto di difendersi e già  nell’ antichità  si combatteva per il territorio e per i propri presunti o certi, “Diritti”, che ognuno pensava di avere o meno. Certamente all’inizio dei primi litigi ne faceva da padrona la grettezza dei movimenti cercando nella prestanza fisica la componente favorevole ad ottenere il successo presupposto. 

Insieme all’espressione fisica unita alle dimensioni corporali dei contendenti si univa un grezzo e articolato quanto immaturo elemento primordiale che era quello dei sentimenti che scaturiva prima di una colluttazione, la paura, l’istinto di sopravvivenza, la rabbia, l’orgoglio, e la determinazione alla eliminazione definitiva del problema, che spesso portavano alla morte di uno dei due contendenti. 

Nel tempo e con la maturazione mentale dell’uomo, sono nate dapprima delle vere e proprie scuole di approfondimento della Arti da combattimento necessarie ad affrontare una o più persone in una colluttazione oppure durante una battaglia a campo a aperto, dove oltre ad adoperare il proprio corpo si potevano utilizzare armi o suppellettili costruiti appositamente per lo scontro, come bastoni, spade, coltelli, lance. 

Solamente più tardi le Arti da combattimento si sono sviluppate un po’ in tutto il mondo affinandosi sempre più, fino ad arrivare a costituire delle Scuole raffinate che analizzavano la biomeccanica del corpo unita alla strategia. 

Erano nate epiche scuole di guerra, dove un popolo fino al 1000 D.C. circa ha dettato legge in tutta Europa. Questo popolo era italiano e crebbe fino a diventare un Impero, l’Impero Romano. 

Ma analizzando scuole meno improntate sulla massa e più sull’individuo come quelle Orientali che dello spirito e della personalità  fanno il punto di partenza del proprio studio sulle tecniche di Difesa Personale, possiamo vedere come l’analisi del corpo umano sia stata così profonda, concependo tecniche semplici e piuttosto rozze affinandole fino ad arrivare a tecniche mortali colpendo in punti vitali anche con un solo dito. I più famosi studiosi in questo campo sicuramente sono stati i Cinesi e leggermente più tardi i Giapponesi che riuscirono a portare a termine i lavori iniziati dai primi modificando e personalizzando vari stili di Arti Marziali come ad esempio il Karate, oppure il Ju-Jitsu dando vita da esso successivamente al Judo, e all’Aikido. 

Non scordiamoci che al contempo nascevano in Giappone i cavalieri guerrieri chiamati Samurai che con le loro armi micidiali come la Katana (spada antica Giapponese) hanno sterminato migliaia di migliaia di nemici. Non sono certo da dimenticare nel repertorio dei mitici Samurai altre armi altrettanto micidiali come il Wakizashi o il Tanto, l’arco e frecce. 

Non ci sono state però, soltanto antiche scuole (Ryu) raffinate e aristocratiche, le quali tra l’altro non permettevano al popolo di allenarsi ed imparare la pregiata arte dei Samurai, quindi l’uso delle tecniche a mano nuda e con armi da taglio come la Katana.

Ma ci sono si sono sviluppate in gran segreto e all’aperto degli stili particolari usando semplici suppellettili lavorativi, arnesi che venivano manipolati nelle immense risaie. 

Ai giorni nostri lo studio delle Armi Marziali Tradizionali contempla altre componenti, derivanti direttamente dai campi dei contadini Giapponesi,  oggetti che adoperavano per tagliare il grano come ad esempio i Kama, oppure i Sai che adoperavano per trafiggere il terreno, fare tre buchi per la semina, oppure i famosissimi Nunchaku adoperati per battere il grano. Così come i Tonfa. Ma anche la stessa Naghinata deriva dalla campagna, infatti veniva usata per tagliare il grano e le erbacce alla base vicino alle radice, una sorta di falce fienaia nostrana. 

Queste armi derivanti da una condizione di sottomissione e sfruttamento si scontarono più volte in contesti di rivolta delle manovalanze contadine, con armi più innovative e raffinate come la famosa Katana dei Samurai lasciando migliaia di morti nei campi verdi. 

Negli anni si sono sviluppati tantissimi Stili di Difesa Personale e Arti Marziali, creando tra l’altro molta confusione e distrazione dalle radici stesse della specialità  rappresentata.

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